
Tassa tartufi: AMSCIL chiede alla Regione una legge più equa e meno penalizzante
L'AMSCIL ha preso una posizione forte e chiara contro l'attuale normativa regionale sulla raccolta dei tartufi. In un dossier formale inviato alle autorità, l'associazione ha evidenziato un problema che sta creando confusione e sta danneggiando sia i tartufai che la Regione stessa.
Il fulcro della questione riguarda la tassa annuale di concessione regionale, che deve essere pagata entro il 31 gennaio. La Legge Regionale n. 35/95, infatti, non prevede una "mora" per chi paga in ritardo, ma sancisce il divieto totale di raccolta per l'intero anno a chi non rispetta la scadenza.
Secondo l'AMSCIL, questa interpretazione troppo rigida sta portando a due conseguenze negative:
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Mancati introiti per la Regione: I tartufai che, per una semplice dimenticanza, si accorgono di aver superato la scadenza, vengono di fatto scoraggiati dal pagare la tassa, visto che il versamento non servirebbe comunque a regolarizzare la loro posizione per l'anno in corso. Questo si traduce in una perdita economica per la Regione, che si ritrova con meno introiti fiscali e un numero inferiore di operatori registrati.
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Confusione per i tartufai: La situazione è ancora più problematica per chi deve rinnovare il tesserino a febbraio: gli viene spesso richiesto di pagare una seconda volta la tassa, anche se avevano già saldato il loro debito per l'anno in corso.
Per risolvere questa situazione, l'AMSCIL ha chiesto ai decisori politici di rivedere la legge. L'obiettivo è introdurre la possibilità di pagare la tassa anche dopo il 31 gennaio, con l'aggiunta di una sanzione minima e proporzionata.
"Una norma più flessibile non solo risolverebbe un'evidente sproporzione sanzionatoria," ha dichiarato il Presidente di AMSCIL Antonio Pagano, "ma permetterebbe alla Regione di recuperare introiti che attualmente vengono persi e di regolarizzare molti più operatori."
L'associazione si augura che il dossier possa stimolare una riflessione costruttiva e portare a una modifica normativa che avvantaggi sia i tartufai che l'interesse pubblico della Regione Basilicata.
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