In totale sono state trovate ed identificate 57 specie di Ascomiceti ipogei e 59 specie di Basidiomiceti ipogei.

In entrambe le regioni vi sono diffuse specie eduli di elevato valore commerciale quali T. aestivum e T. borchii, mentre T. magnatum e T. macrosporum sono presenti solo in Emilia Romagna.

T. melanosporum fruttifica, anche se raro, in Emilia Romagna e, nonostante alcuni raccoglitori ne ipotizzano la presenza in Sicilia, non è stato ancora trovato nell' ambito delle nostre ricerche.

Alcune specie, in parte rare, sono state trovate esclusivamente in Sicilia dimostrando così una preferenza per il clima mediterraneo-arido. Fra queste segnaliamo: T. panniferum, Descomyces albus, Hydnangium carneum, Hydnocystis clausa, Hysterangium inflatum, Reddellomyces donkii e Setchelliogaster tenuipes.

I tartufi

Il termine tartufi è comunemente riferito ai funghi ascomiceti ipogeì, ectomicorrizici appartenenti all'ordine delle Pezizales.

In senso più restrittivo sono considerati come tartufi solo le specie del genere Tuber che include specie di elevato valore gastronomico e commerciale, quali Tuber magnatum Pico (tartufo bianco pregiato), Tuber melanosporum Vittad. (tartufo nero pregiato), Tuber aestivum Vittad. (tartufo estivo o scorzone) e Tuber borchii Vittad. (tartufo bianchetto o marzuolo) e tante altre specie con caratteristiche di commestibilità diversa.

Recenti studi che hanno analizzato i rapporti filo genetici di tartufi provenienti da tutto il mondo, hanno permesso di stimare un numero di specie appartenenti al solo genere Tuber non inferiore a 180-230, rilevandone una diversità genetica inaspettata (BONITO et al., 2010). Solo in Italia sono presenti più di 28 specie di Tuber diverse (CERUTI et al., 2003).

Oltre al genere Tuber, nelle Pezizales sono comprese molte altre specie con ascomi ipogei, tutti di forma sferica più o meno lobata e contraddistinti da un odore spiccato più o meno gradevole, caratteristico di ciascuna specie (GIOACCHINI et al., 2005).

Vi sono inoltre ascomiceti appartenenti all'ordine delle Eurotiales (Elaphomyces spp.) e basidiomiceti (detti anche falsi tartufi) appartenenti a svariati gruppi tassonomici anch'essi adattati all'habitus ipogeo che a maturità emettono un odore molto forte. L'intenso profumo costituisce una strategia adattativa dei funghi sotterranei che sfruttano questa caratteristica per attrarre animali che se ne cibano diffondendone così le spore (TRAPPE & CLARIDGE, 2005). Anche l'uomo ne sfrutta l'odore utilizzando con animali domestici per la ricerca, addestrati a riconosceme l'aroma e ad individuarli nel terreno.

A questo scopo oggi sono utilizzati quasi esclusivamente cani di ogni razza, ma in passato veniva utilizzato anche il maiale. Una ricerca molto particolare effettuata in Francia e in Piemonte era quella con la mosca. Il tartufaio, in giornate con buona viabilità, preferibilmente soleggiate, batteva con un bastoncino il suolo alla ricerca dei punti dove si era posato il Dittero Helomyza tuberiperda per deporre le sue uova nei tartufi presenti nel suolo.

In paesi dove non esiste una consolidata tradizione per la raccolta del tartufo quali Cina, Stati Uniti, Nord Africa, ecc., la raccolta dei tartufi viene effettuata con rastrelli o punteruoli osservando attentamente la presenza di crepe o rigonfiamenti del suolo che potrebbero segnalare il punto di sviluppo di un fungo ipogeo. Questo metodo di raccolta utilizzato a fini commerciali e, talora, di studio è particolarmente dannoso per l'ambiente in quanto l' escavazione diffusa può danneggiare le radici micorrizate ed il micelio di questi ed altri funghi del suolo. Inoltre in questo modo si raccolgono anche ascomi immaturi, ancora privi di aroma e pertanto di scarso valore commerciale, privi di spore o con spore non completamente formate e pertanto difficilmente identificabili.

Per questi motivi le nostre indagini, in corso da 30 anni in Emilia­Romagna e solo più recentemente a partire dal 1992 in Sicilia, si sono avvalse solamente di cani addestrati.

I tartufi raccolti sono stati identificati sulla base delle loro caratteristiche macroscopiche e microscopiche facendo riferimento alla lista di caratteri utilizzata nel programma interattivo Tuberkey (ZAMBONELLI et al., 2000).

Per l'identificazione delle specie si è fatto riferimento a monografie sui funghi ipogei pubblicate in Italia ed in altri paesi europei (MONTECCm & SARASINI, 2000; PEGLER et al., 1993). La nomenclatura è quella indicata su Index fungorum (http://www.indexfungorum.org!) ad eccezione delle Tuberaceae in cui ci si è avvalsi dell' esperienza specifica degli Autori.

Tutti i campioni raccolti sono stati catalogati, essiccati e conservati presso l'erbario del centro di Micologia dell'Università di Bologna (CMI­Unibo) e/o presso l'Herbarium Mediterraneum Panormitanum (PAL) dell'Università di Palermo. In Tab. 1 è riportato l'elenco di tutte le specie fungine ipogee ritrovate nel corso dei nostri studi e di quelle segnalate da altri Autori nelle regioni.

I funghi ipogei dell'Emilia-Romagna

I primi studi sui funghi ipogei della regione Emilia-Romagna risalgono agli inizi degli anni 90' (MONTECCHI & LAZZARI, 1993; ZAMBONELLI & MORARA, 1994).

Successivamente, in seguito agli studi condotti dal nostro gruppo di ricerca e da MONTECCHI & SARASINI (2000) sono state segnalate numerose altre specie per un ammontare totale di 49 ascomiceti ipogei e 52 basidiomiceti ipogei. 

Il genere Tuber è ben rappresentato annoverando quasi tutte le specie presenti sul territorio nazionale ad eccezione di T. panniferum tipico delle aree del sud Italia (Fig. lc,d). In particolare sono presenti entrambe le specie più pregiate T. magnatum e T. melanosporum. Tuttavia mentre il tartufo bianco pregiato (T. magnatum) è diffuso in quasi tutto il territorio regionale in simbiosi con pioppi, salici, querce e tigli, nei fondovalle appenninici o in parchi e giardini della pianura padana, il tartufo nero pregiato (T. melanosporum) è molto raro (TIBILETTI & ZAMBONELLI, 1999; ZAMBONELLI & lOTTI, 2005).

Questa specie di tartufo infatti è presente spontaneamente in pochissime stazioni, ma sta iniziando a diffondersi con successo attraverso la coltivazione sia in pianura sia in collina (ZAMBONELLI & lOTTI, 20 l O). Un'altra specie molto comune è T. borchii che si dimostra estremamente plastica, adattabile a condizioni pedoclimatiche diverse e poco specifiche e a piante ospiti diverse, sia conifere sia latifoglie (ZAMBONELLI et al., 2002). Pur essendo presente ovunque predilige tuttavia i terreni sabbiosi del litorale adriatico dove produce ascomi di forma più regolare ed in generale di maggiori dimensioni, dotati perciò di un maggiore valore economico. Questa specie è oggi coltivata e fornisce buoni risultati produttivi (ZAMBONELLI et al., 2010).

Recenti ricerche effettuate su T. borchii hanno evidenziato la presenza in Emilia-Romagna di due specie criptiche di T. borchii, geneticamente distinte, ma non differenziabili morfologicamente (BONUSO et al., 2010). Sono attualmente in corso studi per verificare la diffusione di queste due specie criptiche in Europa. Il tartufo estivo, T. aestivum, rappresenta un' altra specie pregiata comune in tutto il territorio regionale, soprattutto nei boschi appenninici. Questa specie fruttifica tutto l'anno, ma presenta due momenti principali di maturazione localizzati nei mesi di maggio-luglio e settembre­novembre.

In Romagna come nel sud Italia la produzione tende a concentrarsi soprattutto in estate, mentre in Emilia come nel resto del nord Italia si hanno le maggiori produzioni nel periodo autunnale.

I tartufi che maturano in autunno presentano generalmente la gleba più scura e sono più profumati oltre ad avere le spore con un reticolo sporale maggiormente sviluppato.

Queste differenze avevano indotto in passato molti autori a considerarle due specie diverse, mentre oggi si preferisce considerare il tipo autunnale come una forma di T. aestivum (T. aestivum f. uncinatum) in quanto sono geneticamente indifferenziati (PAOLOCCI et al., 2004; WEDEN et al., 2005). Anche la coltivazione di T. aestivum sta avendo recentemente molto successo in Emilia-Romagna (ZAMBONELLI et al., 2010).

Figura l - Carpofori (a e c) e spore (b e d) di due rari ascomiceti ipogei: a, b) Fischerula macrospora (trovata sia in Emilia Romagna sia in Sicilia; c, d) Tuber panniferum  trovato solo in Sicilia.

T. macrosporum è un'altra specie di tartufo eccellente, ma abbastanza rara nel territorio regionale. Uno dei suoi areali di maggiore sviluppo è rappresentato dal bosco Panfilia, uno degli ultimi residui della foresta planiziaria padana, dove cresce da luglio a gennaio assieme al tartufo bianco pregiato.

Otre a questi tartufi eduli sono presenti in regione alcune interessanti specie di funghi ipogei, alcune molto rare quali gli ascomiceti Elaphomyces aculeatus, E. citrinus, E. anthracinus, E. asperulus, E. leveillei, E. maculatus, E. morettii, E. septatus, Tuber monosporum (= Paradoxa monospora), Balsamia polysperma, Leucangium carthusianum (= Picoa carthusiana), Genea hispidula, Fischerula macrospora (Fig. 1a,b), Hydnotrya cerebriformis, H. michaelis, ed i basidiomiceti: Chamonixia caespitosa, Gautieria trabutii, G. otthii, Hymenogaster aromaticus, H. bulliardii, H. calosporus, H. rehsteineri, H thwaitesii, Sclerogaster compactus, S. hysterangioides, Wakefieldia macrospora, Hysterangium nephriticum, Gymnomyces ellipsosporus (= Martiella ellipsospora) e Stephanospora caroticolor.

I funghi ipogei della Sicilia

Le prime segnalazioni sulla presenza di funghi ipogei in Sicilia risalgono alla seconda metà del 1600 e si riferiscono a ritrovamenti di Pisolithus arhizus (Scop.) Rauschert, una Sclerodermatacea peraltro semiipogea, e a diverse terfezie (VENTURELLA et al., 2009). I primi ritrovamenti di tartufi risalgono a fine '800 inizio '900 e riguardano: Tuber aestivum (INZENGA, 1869), T. rufum e Loculotuber gennadii (= Tuber lacunosum.) (MATTIROLO, 1900). Tuttavia, solo a partire dal 1992 sono iniziate ricerche sistematiche sulla presenza di funghi ipogei in Sicilia (SAITTA et al., 2008; VENTURELLA et al., 2004a, 2004b, 2009).

In totale, ad oggi, sono state segnalate 33 specie di ascorniceti ipogei e 39 specie di basidiomiceti ipogei.

Queste ricerche hanno evidenziato la presenza di numerose specie appartenenti al genere Tuber fra cui T. aestivum, T. borchii e T. brumale di notevole importanza economica e commerciale. T. borchii è presente con entrambe le specie criptiche evidenziate da BONUSO et aL (2010), mentre T. aestivum è presente nella forma estiva, tipica del sud Italia.

Sono inoltre presenti specie tipiche dell'areale mediterraneo quali T. panniferum (Fig. 1c,d), simbionte del leccio (Quercus ilex L.) ed altre specie quali Descomyces albus, Hydnangium carneum, Hydnocystis clausa, Hysterangium inflatus, Reddellomyces donkii e Setchelliogaster tenuipes che si sviluppano tipicamente in ambienti sabbiosi in simbiosi con Eucalyptus camaldulensis Dehnh., Acacia saligna (Labill.) H.L. Wendl., Pistacia lentiscus L. e Cistus sp.

TABELLA 1 - Ascomiceti e Basidiomiceti ipogei trovati in Sicilia ed in Emilia Romagna.

Note

Taxa

Famiglia

Ordine

Sicilia

Emilia

Romagna

 

Elaphomyces aculeatus Vittad.

Elaphomycetaceae

Eurotiales

-

X1,3,4,10

 

Elaphomyces anthracinus Vittad.

Elaphomycetaceae

Eurotiales

X7,9

X3,4,10

 

Elaphomyces asperulus Vittad.

Elaphomycetaceae

Eurotiales

-

X3,4,5,10

 

Elaphomyces citrinus Vittad.

Elaphomycetaceae

Eurotiales

X l,2,9

-

 

Elaphomyces granulatus Fries

Elaphomyeetaceae

Eurotiales

X2

X1,4,10

 

Elaphomyees leveillei Tul.. & C. Tul.

Elaphomycetaeeae

Eurotiales

-

X3,4

 

Elaphomyees maeulatus Vittad.

Elaphomyeetaeeae

Eurotiales

Xl

X4,10

 

Elaphomyees morettii Vittad.

Elaphomycetaceae

Eurotiales

-

X4

 

Elaphomyees muricatus Fries

Elaphomyeetaeeae

Eurotiales

-

X3,4,10

 

Elaphomyees septatus Vittad.

Elaphomyeetaeeae

Eurotiales

-

X4

 

Hydnotrya cerebriformis (Tul.. & C. Tul.) Harkn.

Discinaeeae

Pezizales

-

X4

 

Hydnotrya michaelis (E. Fisch.) Trappe

Discinaceae

Pezizales

-

X3,4,10

 

Hydnotrya tulasnei (Berk.) Berk. & Broome

Discinaceae

Pezizales

-

X4.10

 

Balsamia vulgaris Vittad.

Helvellaceae

Pezizales

X2,7,9

X1,3,4,5,10

 

Balsamia platyspora Berk.

Helvellaceae

Pezizales

Xl

X1,3,4,5,10

 

Leucangium earthusianum (Tul.. & C. Tul..) PaoL(= Pieoa carthusiana Tul.& C. Tul..)

Helvellaeeae

Pezizales

-

X3,4,10

 

Fischerula macrospora Mattir.

Incertae sedis

Pezizales

Xl,2,9

X3,4,10

 

Picoa juniperi Vittad.

Incertae sedis

Pezizales

-

X1,3,4

 

Mattirolomyces terfezioides(Mattir.) E. Fisch.

Pezizaeeae

Pezizales

-

X1,3,4

 

Pachyphloeus citrinus Berk. & Broome

Pezizaceae

Pezizales

-

X1,4,l0

 

Pachyphloeus ligericus Tul. & C. Tul..

Pezizaceae

Pezizales

-

Xl,4,l0

 

Pachyphloeus melanoxanthus (Tul. & C. Tul.eXBerk.) Tul.& C. Tul.

Pezizaceae

Pezizales

-

Xl,4,l0

 

Terfezia arenaria (Moris) Trappe

Pezizaeeae

Pezizales

X2

 

 

Note

Taxa

Famiglia

Ordine

Sicilia

Emilia

Romagna

 

Terfezia leptoderma Tul.

Pezizaceae

Pezizales

X2

-

 

Genea hlspidula Berk. eXTul,

Pyronemataceae

Pezizales

X2,7

X4,10

 

Genea klotzschii Berk. & Broome (= Geneafragrans (Wallroth) Paoletti)

Pyronemataceae

Pezizales

Xl,2,7,9

X1,3,4,5,10

 

Genea lespiaultii Corda

Pyronemataceae

Pezizales

X2

X1,3,4,10

 

Genea sphaerica Tul. & C. Tul.

Pyronemataceae

Pezizales

X1,2,7,9

X3,4,10

 

Genea verrucosa Vittad.

Pyronemataceae

Pezizales

Xl,2,7,9

X1,3,4,5,10

 

Geopora arenosa (Fuckel) S.Ahmad

Pyronemataceae

Pezizales

-

X3,4,10

 

Geopora cooperi Harkn.

Pyronemataceae

Pezizales

X2

X3,4,10

 

Geopora sumneriana (Cooke) M. Torre.

Pyronemataceae

Pezizales

-

X3,4,10

 

Hydnocystis clausa (Tul. & C. Tul.) Ceruti

Pyronemataceae

Pezizales

Xl,2,9

-

 

Hydnocystis piligera Tul. 1844

Pyronemataceae

Pezizales

Xl,2,9

-

 

Stephensia bombycina (Vittad.) Tul.

Pyronemataceae

Pezizales

X2,9

X1,3,4,10

 

Choiromyces meandriformis Vittad.

Tuberaceae

Pezizales

X2

X1,3,4,5,10

 

Loeulotuber gennadii (Chatin)Trappe, Parladé & l.F. Alvarez (= Tuber lacunosum Mattir.)

Tuberaceae

Pezizales

X2,11

-

 

Reddellomyees donkii (Malençon) Trappe, Castellano & Malajczuk (=Labyrinthomyces donkii Malençon)

Tuberaceae

Pezizales

Xl,2,7,9

-

*

 Tuber aestivum Vittad.

Tuberaceae

Pezizales

Xl,2,7,9,11

X1,3,4,5,11

o

Tuber asa Tul. & C. Tul.

Tuberaceae

Pezizales

-

X10,11

**

Tuber borehii Vittad.

Tuberaceae

Pezizales

Xl,2,7,9,11

X1,3,4,5,10,11

***

Tuber brumale Vittad.

Tuberaceae

Pezizales

Xl,2,7,9

X1,3,4,5,10,11

 

Tuber dryophilum Tul.& C. Tul.

Tuberaceae

Pezizales

X1,2

X1,3,4,10,11

 

Tuber eXcavatumVittad.

Tuberaceae

Pezizales

X2,7,9

X1,3,4,5,10,11

 

Tuber foetidum Vittad.

Tuberaceae

Pezizales

X1,2,7,9

X1,3,4,5,10,11

 

Tuber maerosporum Vittad.

Tuberaceae

Pezizales

-

X1,3,4,5,10,11

 

Tuber maculatum Vittad.

Tuberaceae

Pezizales

X2,6,9

X1,3,4,5,10,11

 

Note

Taxa

Famiglia

Ordine

Sicilia

Emilia

Romagna

 

Tuber magnatum Pico

Tuberaceae

Pezizales

-

X 1,3,4,5,10,11

 

Tuber melanosporum Vittad.

Tuberaceae

Pezizales

-

X1,3,4,l0,11

 

Tuber mesentericum Vittad.

Tuberaceae

Pezizales

X2,7,9

X1,3,4,l0,1l

 

Tuber monosporum (Mattir.)Vizzini (= ParadoXa monospora Mattir.)

Tuberaceae

Pezizales

-

X1,3,4,10

 

Tuber oligospermum (Tul. & C. Tul.) Trappe

Tuberaceae

Pezizales

X2,7,9

X3,4,11

 

Tuber panniferum Tul. & C. Tul.

Tuberaceae

Pezizales

X1,2,7,9

-

 

Tuber puberulum Berk. & Broome

Tuberaceae

Pezizales

Xl,2,7,9

X1,3,4,10,11

 

Tuber regianum Montecchi & Lazzari

Tuberaceae

Pezizales

-

X3,4,11

 

Tuber rufum f ferrugineum (Vittad.) Montecchi & Lazzari

Tuberaceae

Pezizales

-

X1,3,4,5,10,11

 

Tuber rufum f. nitidum (Vittad.) Montecchi & Lazzari

Tuberaceae

Pezizales

X2,9

X1,3,4,5,10,11

*****

Tuber rufum Pico

Tuberaceae

Pezizales

Xl,2,7,9,11

X1,3,4,5,10,11

 

Descomyces albus (Berk.) Bougber & Castellano (= Hymenogaster albus)

Bolbitiaceae

Agaricales

Xl,2

X3,4

 

Protoglossum aromaticum (Velen.) I.M. Vidal ( = Hymenogaster aromaticus Velen.)

Cortinariaceae

Agaricales

X2,6

X3,4,10

 

Protoglossum niveum (Vittad.)T.W. May (= Hymenogatster niveus Vittad.)

Cortinariaceae

Agaricales

X2

X4,10

 

Hymenogaster aromaticus Velen.

Strophariaceae

Agaricales

-

X1,3,4,10

 

Hymenogaster bulliardii Vittad.

Strophariaceae

Agaricales

X2,9

X3,4,10

 

Hymenogaster calosporus Tul.

Strophariaceae

Agaricales

X1,2

X1,3,4,l0

 

Hymenogastercitrinus Vittad.

Strophariaceae

Agaricales

X2,9

X1,4,10

 

Hymenogaster decorus Tul & C.Tul

Strophariaceae

Agaricales

X2

X4,l0

 

Hymenogaster griseus Vittad.

Strophariaceae

Agaricales

X2

X4,l0

 

Hymenogaster hessei Soehner

Strophariaceae

Agaricales

Xl,2,7,9

X3,4,10

 

Hymenogaster luteus (Vittad.) var. subfuscus Soehner

Strophariaceae

Agaricales

-

X4,10

 

Hymenogaster luteus Vittad.

Strophariaceae

Agaricales

X2,7,9

X1,3,4,10

 

Note

Taxa

Famiglia

Ordine

Sicilia

Emilia

Romagna

 

Hymenogaster lycoperdineus Vittad.

Strophariaceae

Agaricales

Xl,2,7,9

X1,3,4,10

 

Hymenogaster muticus Berk. & Broome

Strophariaceae

Agaricales

X2,9

X4,l0

 

Hymenogaster olivaceus Vittad.

Strophariaceae

Agaricales

X2,7,9

X1,4,lO

 

Hymenogaster populetorum Tul..

Strophariaceae

Agaricales

X2,7,9

X4,lO

 

Hymenogaster rehsteineri Bucholtz

Strophariaceae

Agaricales

X2,7,9

X4,lO

 

Hymenogaster thwaitesii Berk. & Broome

Strophariaceae

Agaricales

X2,7,9

X4,lO

 

Hymenogaster vulgaris Tul.& C. Tul.

Strophariaceae

Agaricales

X2,7,9

Xl,4,10

 

Octaviania asterosperma Vittad.

Boletaceae

Boletales

Xl,2

X1,3,4,10

 

Chamonixia caespitosa Rolland

Boletaceae

Boletales

-

X3,4

 

Wakefieldia macrospora (Hawker) Hawker

Boletaceae

Boletales

-

X3,4,10

 

Alpova diplophloeus (Zeller & C.W. Dodge) Trappe & A.H. Sm

PaXillaceae

Boletales

-

X3,4,10

 

Melanogaster ambiguus (Vittad.) Tul.&C. Tul.

PaXillaceae

Boletales

Xl,2,7,9

Xl,3,4,l0

 

Melanogaster broomeanus Berk.

PaXillaceae

Boletales

X2

Xl,4,10

 

Melanogaster macrosporus Veleno

PaXillaceae

Boletales

-

X4,l0

 

Melanogaster tuberiformis Corda

PaXillaceae

Boletales

X2

X4,l0

 

Melanogaster umbrinigleba Trappe & Guzmàn

PaXillaceae

Boletales

X2,6,9

-

 

Melanogaster variegatus (Vittad.) Tul.. &C. Tul..

PaXillaceae

Boletales

X1,2,7,9

X1,3,4,10

 

Rhizopogon luteolus Fr. & Nordholm

Rhizopogonaceae

Boletales

X2

X3

 

Rhizopogon parksii A.H. Sm (= Rhizopogon villosulus forma parksii)

Rhizopogonaceae

Boletales

-

X3,4

 

Rhizopogon roseolus (Corda) Th. Fr.

Rhizopogonaceae

Boletales

X2,9

X3,4,10

 

Rhizopogon vulgaris (Vittad.) M. Lange

Rhizopogonaceae

Boletales

X2,7

X3,4

 

Se/erogaster compactus (Tul.. & C. Tul..) Sacco

Se/erogastraceae

Boletales

Xl,2,6,9

X3,4,10

 

Se/erogaster hysterangioides (Tul. & C. TuL) Zeller & C.W. Dodge

Se/erogastraceae

Boletales

-

X4,l0

****

Setchelliogaster tenuipes (Setch.) Pouzar

Se/erogastraceae

Boletales

X1,2,4,7

-

 

Schene/la pityJphilus (Malençon & Riousset) Estrada & Lado (= Pyremgaster pityJphilus Malençoo & Riousset)

Geastraceae

Geastrales,

X1,2,7,9

-

 

 

Note

Taxa

Famiglia

Ordine

Sicilia

Emilia

Romagna

 

Schenella simpleXT. Macbr. (= Radiigera atrogleba Zeller )

Geastraceae

Geastrales,

X1,2,7

X1,4

 

Gautieria graveolens Vittad.,

Gomphaceae

Gomphales

-

X4,10

 

Gautieria otthii Trog

Gomphaceae

Gomphales

-

X4,10

 

Gautieria morchelliformis Vittad.

Gomphaceae

Gomphales

-

X1,3,4,10

 

Gautieria trabutii (Chatin)

Gomphaceae

Gomphales

-

X4,10

 

Hydnangium aurantiacum R. Heim & Malençon

Hysterangiaceae

Hysterangiales

-

X4,10

 

Hydnangium carneum Wallr.

Hysterangiaceae

Hysterangiales

X1,2,7

-

 

Hysterangium clathroides Vittad.

Hysterangiaceae

Hysterangiales

X2

X10

 

Hysterangium coriaceum R. Hesse

Hysterangiaceae

Hysterangiales

X2

X3,4,10

 

Hysterangium inflatum Rodway

Hysterangiaceae

Hysterangiales

X1,2,4,7

-

 

Hysterangium nephriticum Berk.

Hysterangiaceae

Hysterangiales

-

X4,10

 

Hysterangium pompholyXTul.& C. Tul.

Hysterangiaceae

Hysterangiales

-

X3,4,10

 

Hysterangium stoloniferum Tul.& C. Tul.

Hysterangiaceae

Hysterangiales

X2,6,7,9

X1,3,4,10

 

Phallogaster saccatus Morgan

Phallogastraceae

Hysterangiales

-

X3,4,10

 

Leucogaster nudus (Hazsl.) Hollòs

Albatrellaceae

Russulales

Xl,2

X4,10

 

Gymnomyces ellipsosporus (Zeller) Trappe, T. LebeI & Castellano (= Martiella ellipsospora(Zeller) Singer & A.H. Sm.)

Russulaceae

Russulales

-

X4,l0

 

Gymnomyces ferruginascens Singer & A.H. Sm.

Russulaceae

Russulales

X2

-

 

Gymnomyces mistiformis (Mattir.) T. Lebel & Trappe (= Martellia mistiformis Mattir.)

Russulaceae

Russulales

X2

-

 

Gymnomyces Xanthosporus (Hawker) A.H. Sm.

Russulaceae

Russulales

X2,6

Xl

 

Lactarius borzianus (Cavara) Verbeken & Nuytinck (= Arcangeliella borziana Cavara)

Russulaceae

Russulales

-

X1,3,4,10

 

Lactarius stephensii (Berk.) Verbeken & WaIIeyn (Zelleromyces stephensii (Berk.) A.H. Sm.)

Russulaceae

Russulales

-

X3,4

 

Stephanospora caroticolor (Berk.) Pat.

Stephanosporaceae

Russulales

-

X4

Conclusioni

Altre specie ritrovate in Sicilia ma non in Emilia-Romagna, quali Tuber panniferum, preferiscono un clima più spiccatamente mediterraneo, essendo per la maggior parte presenti oltre che nel sud Italia anche in Spagna e nel sud della Francia (RIOUSSET et al., 2001; MONTECCHI & SARASINI, 2000). In particolare proprio in Sicilia le nostre ricerche ci hanno permesso di segnalare specie rare a livello europeo, quali Gymnomyces Xanthosporus, Melanogaster umbriniglebus, Schenella simpleX, S. p ityophilus e Setchelliogaster tenuipes (Setch.) Pouzar var. rheophyllus (SAITTA et al., 2008; VENTURELLA et al., 2004a, 2004b, 2009). Questi interessanti ritrovamenti arricchiscono le nostre conoscenze sui funghi ipogei dell'area mediterranea, che fino a pochi anni or sono non erano stati oggetto di progetti di ricerca specifici.